Nel giorno dell'ingresso dell'Italia in FASE 2 la Federazione Italiana Rugby chiarisce con una nota alla Circolare Ministeriale del 3 maggio 2020 alcune delle più comuni perplessità sorte fra le proprie Società affiliate.
‣ L’ articolo 1 lettera G del citato decreto consente lo svolgimento di allenamenti a porte chiuse di atleti - professionisti e non - di interesse nazionale delle discipline individuali, in vista dei Giochi Olimpici o altre manifestazioni nazionali o internazionali, nel rispetto delle norme di distanziamento e divieto di assembramento.
‣ La circolare ministeriale esplicativa aggiunge, sulla base di un’interpretazione sistematica delle varie disposizioni, che, “come ogni altro cittadino”, anche gli atleti professionisti e non di discipline di squadra possono svolgere attività sportiva individuale, in aree pubbliche e private, nel rispetto del distanziamento sociale e del divieto d’assembramento.
‣ Ciò premesso si deve quindi affermare che, allo stato attuale, sia stata soltanto confermata la facoltà agli atleti di discipline non individuali, quali il rugby, di svolgere un’attività sportiva a livello individuale, secondo le prescrizioni sopra indicate.
‣ Diverso aspetto, non toccato dal DPCM del 26 aprile u.s., che si auspica possa essere disciplinato in conseguenza delle misure che saranno adottate dal 18 maggio 2020, è quello invece delle prescrizioni a carico delle Società Sportive organizzatrici dell’attività, per poter aprire le proprie strutture alla frequentazione dei propri tesserati.
‣ Pertanto, in assenza di ulteriori disposizioni si deve concludere che le società non possano allo stato autorizzare sessioni di allenamento nelle loro strutture.